INFORMAZIONI
Musicista e costruttore di cornamuse dal 2002.
Gli strumenti proposti utilizzano solamente materie prime di qualità assoluta. La stabilità e l'affidabilità sono la garanzia delle cornamuse prodotte da Deiv.
Il legno utilizzato principalmente è il Sorbo (Sorbus Torminalis) e come plastica il Delrin o POMC (Resina Acetalica).
Su richiesta e secondo disponibilità possono essere utilizzati anche altri legni, sempre pregiati e di densità elevata, quali bosso (secondo disponibilità), ebano, cocobolo e blackwood.
Sulle cornamuse proposte non vengono utilizzati legni di basso pregio e di bassa densità (vedi tabella sotto).
Il Sorbo utilizzato è di prima qualità e proviene da coltivazioni controllate e sostenibili di Francia e Germania. Viene stagionato naturalmente all'aria aperta per 5 anni e subisce un trattamento ad olio sotto vuoto che ne aumenta densità e quindi peso di circa il 20/30%.
Questo trattamento impedisce
al legno con il tempo di deformarsi o di rompersi e garantisce una durabilità ed una stabilità assoluta.
I processi costruttivi
utilizzati sono per lo più manuali e non invasivi sul legno.
Le alesature sui chanter e le forature sui bordoni hanno finitura a specchio, ed hanno un elevatissimo standard tra una cornamusa e l'altra.
I fori di intonazione sui chanter vengono eseguiti tramite controllo
automatizzato digitale, ed anche in questo caso lo standard di intonazione
tra uno strumento e l'altro è elevatissimo.
Le sacche utilizzate sono di pelle naturale di primissima qualità e vengono prodotte da una ditta Tedesca con esperienza trentennale nel settore. Su richiesta sono disponibili sacche sintetiche in Goretex® (Canmore o Bannatyne).
Le ance sintetiche per chanter e per bordoni sono costruite con elevatissimi strandard utilizzando solamente materie plastiche di prima qualità che garantiscono lunga durabilità e funzionalità.
La finitura che viene utilizzata sui legni è esclusivamente a Gommalacca, lucida od opaca, che assicura una protezione esterna al legno di lunghissima durata.
La garanzia su ogni strumento è di 2 anni e per le sacche in pelle 1 anno.
Ogni
singolo dettaglio è curato nel minimo particolare per avere
uno strumento musicale affidabile e stabile nel tempo.
Su richiesta ogni cornamusa può essere personalizzata: Pirografia, fiammatura del legno, colorazione e doratura sono alcuni esempi.
Nessun compromesso
Qualità ed Affidabilità ai massimi livelli !!
Tabella Comparativa di alcune essenze (+/- 5%)
Nome Essenza |
Peso Kg / m3 |
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Delrin (POMC) - Resina Acetalica Sintetica |
1410 |
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African Blackwood / Dalbergia melanoxylon |
1200 |
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Ebano / Diospyros ebenum | 1150 |
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Sorbo / Sorbus Torminalis (con trattamento ad olio sotto vuoto) | 1020 |
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Bosso / Buxus sempervirens | 970 |
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Olivo / Olea europaea | 950 |
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Sorbo / Sorbus Torminalis (senza trattamentto ad olio sotto vuoto) | 850 |
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Pero / Pyrus communis | 820 |
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Carpino / Carpinus betulus | 800 |
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Faggio / Fagus sylvatica | 750 |
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Acero / Acer Campestre | 670 |
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Ciliegio / Prunus avium | 650 |
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Noce / Juglans Regia | 640 |
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Frassino / Fraxinus excelsior | 500 |
La Piva Piemontese è uno strumento le cui origini sono da attribuirsi alla Piva dell'Appennino e sono il residuo, con alcuni secoli di tradizione alle spalle e nelle stesse aree ristrette di oggi, di una vasta diffusione di questo tipo di strumento sino alla prima metà del sec. XVIII.
Dalla fine del XVIII sec. e poi in modo più massiccio nel XIX sec., tale strumento conosce una profonda crisi fino quasi alla sua estinzione.
Nessun esemplare di Piva Piemontese ci è pervenuto dal passato e quindi la diatriba che la Piva Piemontese non sia mai esistita e che non sia uno strumento prettamente tradizionale è lecita. Posso affermare e presupporre, visto anche la vicinanza con la zona dell'appenino, che in passato ci fu anche in Piemonte un uso massiccio di tale strumento anche se questa mia affermazione non è del tutto scientificamente dimostrabile.
Tra le varie attestazioni della presenza di una piva in Piemonte cito una nota tratta dal libro di Febo Guizzi, "Gli strumenti della Musica popolare in Italia", in cui attesta che in "la pittura di genere del sec. XVIII (Graneri e Olivero), illustra strumenti a uno, ma soprattutto a due bordoni, entrambi in posizione verticale, leggermente divergenti. I suonatori paiono riferibili soprattutto al mondo dei girovaghi, ma si trovano situazioni di accompagnamento al ballo più facilmente riconducibili all'uso stanziale."
Inoltre con la Piva è possibile eseguire tutto il repertorio tradizionale di musica piemontese, in moltissime canzoni tradizionali piemontesi viene citata la Piva come strumento musicale, insomma tutto ciò ovviamente non basta per dimostrare se la piva piemontese sia o meno mai esistita, ma posso affermare che forse in passato sia esistito uno strumento musicale simile anche in Piemonte, che, in base agli strumenti utilizzati in questa regione, avesse determinate caratteristiche sonore.
Il modello proposto ha le stesse misure della Piva dell'Appennino del passato, i bordoni sono accordati in SOL, il chanter ha un volume adeguato e non troppo elevato per poter suonare insieme a strumenti tradizionali quali organetti e ghironde. Nel chanter sono stati eseguiti dei miglioramenti per poter avere una scala cromatica. Le ance utilizzate sono sintetiche.
Che sia o non sia mai esistita la Piva Piemontese in passato, questo non si può dirlo, l'unica cosa certa è che perlomeno oggi esiste una Piva anche in Piemonte.
La Cornamusa Medievale è uno strumento, che stando all'iconografia, può risalire più o meno al XV / XVI sec. per l'utilizzo delle campane aperte e molto grosse. É accordata in LA minore ed ha un suono molto potente, ideale per farsi sentire nelle piazze o spaccare le orecchie ai vicini di casa. Lo strumento è un rifacimento in base a delle iconografie medioevali mentre le misure interne dei fori, alesatura, ecc., sono state ottenute in base ad esperimenti e regole base di fisica acustica, in quanto quasi nulla in merito ci è stato tramandato dal XV/XVI sec.
La Hümmelchen è uno strumento Rinascimentale e si possono trovare tracce storiche dell'esistenza di questa cornamusa nel Syntagma Musicum di Michael Praetorius.
Da questa documentazione si può supporre che il chanter fosse intonato in DO e RE e che funzionasse ad ancia doppia. I bordoni erano collegati ad un unico stock e presumibilmente erano accordati in quinta.
La diteggiatura utilizzata era quella barocca e quella tedesca.
Da queste informazioni è stato realizzato uno strumento che si abbina perfettamente nel repertorio Rinascimentale, Medievale e non solo.
Questa cornamusa da "camera" ha un volume contenuto ed è perfetta per poter suonare insieme ad altri strumenti con poco volume.
Il modello proposto ha il chanter cromatico con diteggiatura tedesca ed i bordoni possono essere accordati in 2 tonalità. Tutto ciò la rende uno strumento musicale molto versatile che può suonare in 2 differenti tonalità, più precisamente in Do Maggiore e Re minore.